Autore: Daniele Mancini

  • Free kiss, free love, free live

    Free kiss, free love, free live

    Chi mi ama
    ama un altro.
    Chi non mi ama
    è proprio me che non ama

    [Da Franco Arminio, l’infinito senza farci caso]

    [Image: “free kiss, free live” @ IED design roma, Foundation design class 2019 ]

  • Dolly ha un certo carattere

    Dolly ha un certo carattere

    Dolly ha un certo carattere: La Pecora Eletttrica come la immaginiamo noi

    Performance con gli studenti del Corso di Metodologia della Progettazione IED Design Roma, AA 2019/2020
    18 dicembre 2019

    Qualche giorno dopo la prima Bodygraphy performance a Centocelle, Roma, ho coinvolto gli studenti dello IED in una iniziativa in cui chiedevo di tracciare, sempre nello stesso quartiere, delle immagini significative ed evocative usando questo meccanismo della Urban Body-Graphy. È successo che con un gruppetto abbiamo voluto “disegnare” una Pecora “Elettrica”. Una studentessa, dopo aver visto l’immagine sullo schermo ha esclamato: ”però, Dolly ha un certo carattere!”

    Non abbiamo solamente tracciato l’immagine della Pecora elettrica ma anche la scritta FREEDOM e la scritta OMAR con la R rovesciata a significare AMOROMA

    [metaslider id=669]

    Per approfondire le motivazioni di questo laboratorio, puoi navigare al seguente post

    Per approfondire le fonti di ispirazione e gli antecedenti degli esperimenti di arte relazionale e di bodygraphy, puoi leggere questo post

  • … Oppure sono solo un ciclista indeciso

    … Oppure sono solo un ciclista indeciso

    Non so se è una gabbia per proteggermi dal mondo o per proteggere il mondo … Oppure sono solo un ciclista indeciso

    I believe that the true role of an architect is to be public servant and not to be a decision-maker who ignores others. […] I have difficulty with anything that is predetermined. And I am really very much against the convention of using geometry. […] Effective erratic configurations are assembled in a way where every step is a completely random one. Labyrinths imply erratic space; […] Proteine space-chains are such labyrinths, and probably belongs to the most erratic configurations one can imagine, disorienting for both the maker and the spectator at the same time.

    by Yona Friedman, interview, in Structures serving the unpredictable, 1999, Nai publishers

    Designing a #playground in public garden : students in action today @ #icrosminiroma // prototype inspired by @yona_friedman

    Thanx to @lavinia.maiorino for the very beautiful picture

  • Solo informazioni di servizio

    ko maru kai atu, ko maru kai, ka goe goe (dai quanto ricevi, tutto andrà bene) .
    in “essai sur le don”, Marcel Mauss, 1923-24

    [Images: model for a playground in Rome]

  • Fare luogo

    Fare luogo

    Abitare è un faticoso compromesso tra lo stare e l’andare, tra il fermarsi e il ripartire, tra le radici e le strade. I tronchi degli alberi con cui si costruiscono le capanne, sono gli stessi che servono per realizzare le canoe.

    [Punti di approdo: sull’abitare molteplice, Andriano Favole, in “le case dell’uomo. Abitare il mondo”, UTET, 2016]

    Tuttavia, noi abbiamo bisogno di luoghi e passiamo il tempo a “fare luogo”, nella misura in cui abbiamo bisogno del rapporto e del legame con gli altri

    [La fine della preistoria dell’umanità come società planetaria, Marc Augé, in “le case dell’uomo. Abitare il mondo”, UTET, 2016]

    [Immagini: PlayRomeVille, workshop in progress per realizzare un playground di quartiere, scuola media IC Rosmini]

    [Musica: Don McLean, Vincent, 1971 – https://youtu.be/oxHnRfhDmrk ]

  • Saving the Planet begins at breakfast

    Saving the Planet begins at breakfast

    Education for designers (like nearly all education) is based on learning skills, nourishing talents, understanding the concepts and theories that inform the field, and, finally, acquiring a philosophy. It is unfortunate that our design schools proceed from the wrong assumptions. the skills we teach are too often related to the processes and working methods of and Age that has ended.
    The philosophy is an equal mixture of self-indulgent and expressive bohemian individualism and materialism both profit oriented and brutal. The method of teaching and transmitting this biased information is more than half a century out of date.
    […]
    The main trouble with design schools seems to be that they teach to much design and not enough about the ecological, social, economic and political environment in which design takes place.
    […]
    Design, if it is to be ecologically responsible and socially responsible, must be revolutionary and radical in the Trieste sense. It must dedicated itself to nature’s principle of least effort, in other words, maximum diversity with minimum inventory or doing the most with the least. That means consuming less, using things longer, and beeing frugal about recycling materials.
    The insights, the broad, nonspecialized, interactive overview of a team ( heritage of early man, the hunter) that the designer can bring to the world must now be combined with a sense of social responsibility. In many areas designers must learn how to redesign. In this way we may yet have survival through design.

    [Design for the real world, Victor Papanek, 1971/1984/2009]

    [Mostra Vitra design Museum: https://www.design-museum.de/en/exhibitions/detailpages/victor-papanek-the-politics-of-design.html ]

    [Immagine: Victor Papanek, Tetrakaidecahedral, struttura mobile di gioco, 1973-1975. © University of Applied Arts Vienna, Victor J. Papanek Foundation]

  • We are all handicapped

    We are all handicapped

    IMG: Victor Papanek, 1971

  • Sull amare ed essere e fare

    [Io, tu, noi. Vivere con se stessi, l’altro, gli altri, Vittorio Lingiardi, 2019]

    […]
    Da chimico un giorno avevo il potere
    Di sposar gli elementi e farli reagire
    Ma gli uomini mai mi riuscì di capire
    Perché si combinassero attraverso l’amore
    Affidando ad un gioco la gioia e il dolore

    Guardate il sorriso guardate il colore
    Come giocan sul viso di chi cerca l’amore
    Ma lo stesso sorriso lo stesso colore
    Dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore
    Dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore

    È strano andarsene senza soffrire
    Senza un volto di donna da dover ricordare
    Ma è forse diverso il vostro morire
    Voi che uscite all’amore che cedete all’aprile

    Cosa c’è di diverso nel vostro morire Primavera non bussa, lei entra sicura
    Come il fumo lei penetra in ogni fessura
    Ha le labbra di carne, i capelli di grano
    Che paura, che voglia che ti prenda per mano
    Che paura, che voglia che ti porti lontano

    Fui chimico e, no, non mi volli sposare
    Non sapevo con chi e chi avrei generato
    Son morto in un esperimento sbagliato
    Proprio come gli idioti che muoion d’amore
    E qualcuno dirà che c’è un modo migliore

    [1971, Fabrizio de André e Nicola Piovani, ispirata da “Trainor il Farmacista”, Antologia di Spoon River, Edgar Lee Masters]

  • Se questa non è (una) classe

    Se questa non è (una) classe

    A marziá, c’hai ‘na sigaretta?

    [Ennio Flaiano]

    Playing with the self: This is (a) class!
    Through a series of digital and analog “recombination” experiments of their own faces, students will be involved in reflecting on single and collective identity in creative processes. You will be asked to take photographs of the individual faces of the workshop participants and print them in multiple copies. You will then be prompted to recombine the portions of the faces as in a dynamic collage. Video documentation will be created.

    References:

    Corso/laboratorio di fondamenti di design a IEDdesign Roma 2019

  • I LOVE ROMA ~ IO AMOROMA

    I LOVE ROMA ~ IO AMOROMA

    La città la abiti per affezione: la voce del verbo abitare è solo modo solidale e sostenibile ed è quando metti in comune e non quando togli.

    #Amoroma #Centocelle #Lapecoraelettrica

    Immagine: passaggiata a Centocelle, oggi, Km 11.57 durata 2:03:15

    La libreria La Pecora Elettrica, un presidio culturale molto importante nel quartiere di Centocelle a Roma, è stata devastata da un incendio doloso il 25 aprile 2018 e poi ancora il 5 novembre 2019. Nei giorni successivi molte comunità sensibili al Bene Comune, si sono trovate a manifestare per chiedere maggiore presenza delle istituzioni. Molti, come me, hanno deciso di testimoniare la propria indignazione e soprattutto il proprio ottimismo con un gesto simbolico: sono andato a Centocelle e ho fatto una lunga passeggiata tracciando un percorso che restituisse sul display del mio telefonino la scritta I LOVE ROMA. Ho usato una app tipo RUNKEEPER (ma si può usare anche RUNTASTIC etc.) E quello che vedete qui sopra è il risultato. Ho ovviamente pianificato il mio percorso con la stampa google della mappa del quartiere e l’ho prima tracciato con un pennarello.