Autore: Daniele Mancini

  • L’Aula in Più… Quell’aula che manca sempre alla scuola

    L’Aula in Più… Quell’aula che manca sempre alla scuola

    Veniteci a cercare a Santa Maria della Pietà, staremo di nuovo tutti insieme. Ci vedrete operosi tra gli alberi del parco, e non più ombre inermi e disadatte.

    Costruiremo l’Aula in Più, aiutateci!

    L’Aula in Più è quel posto che a scuola tutti cercano ma non si trova mai, non ostante ci siano tanti spazi vuoti e inutilizzati.

    È quel posto dove se sono triste, posso andare e mi sento subito rassicurato e regalo a tutti sorrisi spensierati.

    È dove, se non voglio farmi vedere, posso scomparire per sottrarmi dagli sguardi malevoli di chi non mi vuole comprendere, per sentirmi protetto per un poco nell’invisibilità, anche se loro dovrebbero scomparire …

    È dove, se non ho idee per il compito di italiano, mi si illumina la mente e ho subito voglia di scrivere cosa provo, cosa sento, cosa sono e cosa vorrei diventare.

    Qui vengo perché se la penso diversamente, nessuno mi giudica. Anzi, mi ascoltano con interesse e curiosità, perché io ne ho cose da dire che valgono!

    Qui posso costruire mondi, fare congetture matematiche, immaginare città e melodie…

    Insieme ai miei amici ci posso venire a complottare, posso fare finta di essere Napoleone o Lorenz d’Arabia che solca le dune del deserto alla conquista del mondo

    Posso insomma immedesimarmi negli altrui panni e sognare un futuro bellissimo. Volete sognarlo insieme a noi?

    Per realizzare l’Aula in Più, non c’è bisogno di architetti e costruttori! La cosa appassionante è che potremo autocostruirla con semplici canne di bamboo, un po’ di ingegno e l’impegno di tutti.

    Realizzeremo una grande cupola incastrando le canne con la tecnica del giunto reciproco. Non avremo bisogno d’altro: le canne incastrate si autososterranno tra di loro.

    Abiteremo poi questo spazio così effimero e leggero nella maniera che ci piacerà di più, poeticamente e allegramente…

    Potremo organizzare una maratona di lettura, un concerto di chitarre, oppure una coreografia di danze, e corteggiare l’esile struttura con nastri colorati o altri esperimenti espressivi.

    Così impariamo ad abitare insieme un luogo pubblico, che è a disposizione di tutti e per tutti, ci educhiamo al rispetto delle nostre peculiarità e differenze e alla collaborazione; esploriamo le infinite possibilità creative che possono nascere solo da una comunità che dialoga, si confronta e procede insieme senza lasciare indietro nessuno…

    Il progetto “l’Aula in Più” è stato realizzato da Daniele Mancini (UNPACKED http://www.unpacked.it/ ) con gli studenti dell’I.C. Rosmini, in occasione di “Educata-Mente, l’educazione fa bene alla salute”, Prima festa delle scuole di della ASL 1 di Roma, che si è svolto a Santa Maria della Pietà il 9,10, 11 Maggio 2019.

    Il progetto è stato ispirato da due grandi geni come Yona Friedman e Richard Buckminster Fuller. Entrambi a loro modo ci hanno insegnato che praticare il mondo delle utopie è un esercizio necessario di civiltà per il progresso comune.

     

    Daniele Mancini è un architetto che vive e lavora a Roma. Si occupa da anni dell’insegnamento dei Fondamenti della Progettazione e di Basic Design per una cultura educativa inclusiva e accessibile a tutti attraverso esperimenti e progetti collettivi di appropriazione dello spazio pubblico.

    Educata-Mente 2019 è stata una festa che ha coinvolto le scuole primarie e secondarie con attività educative aperte a tutti nello speciale parco pubblico dell’ex manicomio di Santa Maria della Pietà, una vera e propria centralità urbana, una risorsa straordinaria per tutti i cittadini Romani

    Per maggiori informazioni su Educata-Mente, si può navigare qui:
    https://www.aslroma1.it/news/educata-mente-leducazione-fa-bene-alla-salute-1

    Questo post è stato ospitato sul sito della Biennale dello Spazio Pubblicoche per l’edizione del 2021 si occuperà di Bambini e Spazio Pubblico

  • Sul significato del patrimonio culturale

    Sul significato del patrimonio culturale

    La mia quarta questione è appunto sul significato del patrimonio culturale che ci si propone di conservare e preservare; in altre parole su come si possa scoprire se e come il significato originale di quanto ci è pervenuto dal passato possa essere trasferito nel presente; o in altre parole ancora: perché debba essere conservato con suprema cura solo quanto ha capacità di continuare a significare, e cioè quello che ha attitudine a restare vivo nel presente, a vivificare la cultura del presente

    De Carlo, G., Lezione inaugurale AA 2002/2003, Siracusa, 11 febbraio 2003

    Immagine: “Sala Rossa” di Giancarlo De Carlo con Antonino Leonardi (Recupero del Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena per l’Università)

  • Cu ti lu dissi

    Cu ti lu dissi

    Cu ti lu dissi ca t’haju a lassari
    megliu la morti e no chistu duluri
    ahj ahj ahj ahj moru moru moru moru
    ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu
    ahj ahj ahj ahj moru moru moru moru
    ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu

    Cu ti lu dissi a tia nicuzza
    lu cori mi scricchia a picca a picca a picca a picca
    ahj ahj ahj ahj moru moru moru moru
    ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu
    ahj ahj ahj ahj moru moru moru moru
    ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu

    Lu primu amuri lu fici cu tia
    e tu schifusa ti stai scurdannu a mia
    paci facemo oh nicaredda mia
    ciatu di l’arma mia (l’amuri miu si tu)
    paci facemo oh nicaredda mia
    ciatu di l’arma mia (l’amuri miu si tu)

    la la la la la la
    la la la la la la…

  • Mimosa

    Mimosa

    Sento che vi domandate: cosa vuol dire essere un colore? Il colore è il tocco dell’occhio, la musica dei sordi, un grido nel buio. Dato che sono decine di migliaia di anni che ascolto, di libro in libro, di oggetto in oggetto quel che dicono le anime, come il ronzio del vento, lasciatemi dire che il mio tocco, somiglia a quello degli angeli. parte di me richiama i vostri occhi, è la mia parte pesante. L’latra parte vola in aria con i vostri sguardi, è la mia parte leggera

    Il mio nome è rosso, Orhan Pamuk

  • Questa situazione di discesa illimitata, indeterminata…

    Questa situazione di discesa illimitata, indeterminata…

    Questa situazione di discesa illimitata, indeterminata, di cui si è forse abituto in letteratura non lo turbava tuttavia più di tanto giacchè andare giù era un fatto fisico, assolutamente presente nel corpo, mentre le congetture su quanto e perchè si scendesse e verso dove, appartenevano alla sfera del mentale. Zugalà aveva un criterio di verità, di realtà principalmente muscolare. Se egli avesse avuto anche solo un infarinatura letteraria sarebbe stato avvertito che quella discesa vaga, continua, infinita, che tanto lo allontanava dal suo mondo di astiosi e sudanti pedalatori, quella discesa “arcana” preludeva a qualche situazione decisiva, gonfia di sottile e rivelante verità: un processo, l’incontro con un vate, un indiamento …

    Roberto Piumini, Il Ciclissta illuminato, 2014