[…] Credo che in ognuno di essi sussistano tutte le tendenze, come in tutti i bambini, sia verso la pratica che verso la teoria o la fantasia e che anzi sarebbe giusto guidarli in questo senso, ad un contemperamento armonioso di tutte le facoltà intellettuali e pratiche, che avranno modo di specializzarsi a suo tempo, sulla base di una personalità vigorosamente formata in senso totalitario e integrale. L’uomo moderno dovrebbe essere una sintesi di quelli che vengono… ipostatizzati come caratteri nazionali: l’ingegnere americano, il filosofo tedesco, il politico francese, ricreando, per così dire, l’uomo italiano del Rinascimento, il tipo moderno di Leonardo da Vinci divenuto uomo-massa o uomo collettivo pur mantenendo la sua forte personalità e originalità individuale. Una cosa da nulla, come vedi. Tu volevi chiamare Leo Delio; come mai non abbiamo pensato a chiamarlo Leonardo?
Pensi che il sistema educativo Dalton possa produrre dei Leonardi, sia pure come sintesi collettiva?
[Gramsci, 1 agosto 1932 da “lettere dal carcere”]