Anzi, quel nuovo soffio di vento
ti ricaccia indietro, dove
ogni vento cade: e lì, tumore
che si ricrea, ritrovi
il vecchio crogiolo d’amore,
il senso, lo spavento, la gioia.
E proprio in quel sopore
è la luce… in quella incoscienza
d’infante, d’animale o ingenuo libertino
è la purezza… i più eroici
furori in quella fuga, il più divino
sentimento in quel basso atto umano
consumato nel sonno mattutino.
[PPP, Il pianto della scavatrice V]