Malgrado tutto ciò, espongo il carbone, i ferri che rappresentano misure, i sacchi uniti, cuciti uno dopo l’altro, costruendo figurazioni nello spazio e, volta per volta, ritrovo il senso del dramma, obiettivo misterioso, che mi ha permesso finora di vivere come un avventuriero, ma considerando quest’inferno un teatro come un altro e la passione e il dolore un gioco che lascia tracce e far rinascere la voglia di vedere e spostarti da una città di confine verso un centro ed oltre, e che permette di rimanere in atto, con delle tecniche acquisite sul campo, il ritrovamento dello spazio inciso come sulla pelle morbida, l’apparato dei lavori disposti, uno dopo l’altro alla distanza che il ritmo decide, la somma delle utopie vissuta e raccontate mille volte…
[Jannis Kunellis, Fondazione Prada, Venezia, 2019]