Lasciatemi precisare in modo quasi fotografico: guardatevi in giro, una volta, non in un ristorante di lusso dove l’intervento arbitrario dei camerieri e dei maggiordomi distrugge il mio poema; osservate in un’osteria popolare due o tre persone che hanno preso il caffè e stanno facendo conversazione. la tavola è ancora coperta di bicchieri, di bottiglie, di piatti, con l’oliera, il sale, il pepe, i tovaglioli, i portatovaglioli, ecc. Considerate l’ordine fatale che mette ognuno di questi oggetti in rapporto con gli altri; ognuno di essi è servito a qualcosa, sono stati scelti dalla mano dell’uno o dell’altro; le distanze che li separano sono la misura della vita.
Le Corbusier, Precisazioni, 1930