Skip to content →

Il luogo meno adatto per l’esplicazione dell’attività educativa è l’edificio scolastico

La scuola istituzionale fornisce un’educazione limitata perché consente di compiere soltanto le esperienze ammesse dalle istituzioni mentre esclude quelle che le istituzioni non ammettono. Le esperienze non ammesse sono invece assai spesso le più ricche di insegnamenti se non altro perché contengono germi di rifiuto che le rendono criticamente più attive.
[…]
Che Guevara sosteneva che tutta la società dovrebbe essere un immensa scuola; e aveva ragione purché si intenda – come lui intendeva – che la società non deve essere organizzata sulle basi istituzionali esistenti né su basi diverse che producono però le stesse situazioni autoritarie e discriminanti delle istituzioni esistenti.”
[…]
La città è il territorio, in attesa che la società cambi, sono l’immensa scuola di cui disponiamo. Occorre quindi operare con energia e immaginazione perché la scuola si identifichi con la città e il territorio;
[…]
La progettazione di scuola depurate dalle limitazioni istituzionali deve cominciare con la progettazione non istituzionale dell’ambiente fisico.
[…]
Il luogo meno adatto per l’esplicazione dell’attività educativa è l’edificio scolastico, per il fatto che, incapsulando l’insegnamento e l’apprendimento in uno spazio unitario isolato è concluso, l’edificio scolastico tende a staccare i contatti con il contesto complesso della società. D’altra parte sembra che le necessità dell’educazione di massa impongano la prolificazione accelerata delle strutture educative. Occorre dunque conciliare le due opposte esigenze che negano o confermano l’utilità delle scuole, consigliano di eliminarle o di moltiplicarle. La soluzione non può essere altro che la disintegrazione dell’edificio scolastico come luogo specifico destinato esclusivamente a una specifica funzione.

Giancarlo De Carlo, La Piramide Rovesciata, 1968

Published in Teaching