Autore: Daniele Mancini

  • Il luogo meno adatto per l’esplicazione dell’attività educativa è l’edificio scolastico

    Il luogo meno adatto per l’esplicazione dell’attività educativa è l’edificio scolastico

    La scuola istituzionale fornisce un’educazione limitata perché consente di compiere soltanto le esperienze ammesse dalle istituzioni mentre esclude quelle che le istituzioni non ammettono. Le esperienze non ammesse sono invece assai spesso le più ricche di insegnamenti se non altro perché contengono germi di rifiuto che le rendono criticamente più attive.
    […]
    Che Guevara sosteneva che tutta la società dovrebbe essere un immensa scuola; e aveva ragione purché si intenda – come lui intendeva – che la società non deve essere organizzata sulle basi istituzionali esistenti né su basi diverse che producono però le stesse situazioni autoritarie e discriminanti delle istituzioni esistenti.”
    […]
    La città è il territorio, in attesa che la società cambi, sono l’immensa scuola di cui disponiamo. Occorre quindi operare con energia e immaginazione perché la scuola si identifichi con la città e il territorio;
    […]
    La progettazione di scuola depurate dalle limitazioni istituzionali deve cominciare con la progettazione non istituzionale dell’ambiente fisico.
    […]
    Il luogo meno adatto per l’esplicazione dell’attività educativa è l’edificio scolastico, per il fatto che, incapsulando l’insegnamento e l’apprendimento in uno spazio unitario isolato è concluso, l’edificio scolastico tende a staccare i contatti con il contesto complesso della società. D’altra parte sembra che le necessità dell’educazione di massa impongano la prolificazione accelerata delle strutture educative. Occorre dunque conciliare le due opposte esigenze che negano o confermano l’utilità delle scuole, consigliano di eliminarle o di moltiplicarle. La soluzione non può essere altro che la disintegrazione dell’edificio scolastico come luogo specifico destinato esclusivamente a una specifica funzione.

    Giancarlo De Carlo, La Piramide Rovesciata, 1968

  • Sono l’entroterra dei miei occhi

    Sono l’entroterra dei miei occhi

    Io sono la parte invisibile del mio sguardo sono l’entroterra dei miei occhi.

    Cedi la strada agli alberi. Poesie d’amore e di terra, di Franco Arminio (Chiarelettere, 2017)

  • C’è tutto il mare dall’onda all’abisso

    C’è tutto il mare dall’onda all’abisso

    Dentro questo racconto breve e curvo c’è l’intero mio cuore scisso, così come in un nicchio aspro e ritorto c’è tutto il mare dall’onda all’abisso

    Lo Cascio, 2018

  • Prendete l’iniziativa

    Prendete l’iniziativa. Mettetevi al lavoro e soprattutto cooperate non ostacolatevi gli uni con gli altri e non cercate il guadagno a scapito di altri. Qualsiasi successo raggiunto in questa situazione squilibrata sarà sempre più di breve durata. Queste sono le regole sinergetiche che l’evoluzione sta utilizzando è che sta cercando di spiegarci. Non sono leggi umane. Sono le leggi infinitamente compiacenti dell’integrità intellettuale che governa l’universo.

    Manuale operativo per Nave Spaziale Terra, R. Buckminster Fuller

  • Lasciatemi precisare in modo quasi fotografico

    Lasciatemi precisare in modo quasi fotografico

    Lasciatemi precisare in modo quasi fotografico: guardatevi in giro, una volta, non in un ristorante di lusso dove l’intervento arbitrario dei camerieri e dei maggiordomi distrugge il mio poema; osservate in un’osteria popolare due o tre persone che hanno preso il caffè e stanno facendo conversazione. la tavola è ancora coperta di bicchieri, di bottiglie, di piatti, con l’oliera, il sale, il pepe, i tovaglioli, i portatovaglioli, ecc. Considerate l’ordine fatale che mette ognuno di questi oggetti in rapporto con gli altri; ognuno di essi è servito a qualcosa, sono stati scelti dalla mano dell’uno o dell’altro; le distanze che li separano sono la misura della vita.

    Le Corbusier, Precisazioni, 1930

  • Il cielo in una scuola: mille sguardi, un solo cielo

    Il cielo in una scuola: mille sguardi, un solo cielo

    Oggi 5 dicembre 2018 è la giornata più antiretorica che c’è, proprio non c’è nulla da commemorare e quindi è la giornata perfetta per farla diventare la “Giornata del Cielo”!
    Oggi, proprio oggi e solo oggi, 1.200 tra studenti, docenti e genitori di una scuola romana si fermano un microsecondo prima di entrare in classe e scatteranno una foto al cielo, ciascuno con il proprio telefonino. Poi, tutti insieme, in un rito corale, ricostituiremo l’immagine unica dello specifico cielo del 5 dicembre, ore 7.45, alle coordinate di Roma Ovest, composto da 1.200 sguardi diversi…

    Il Cielo in una Scuola é un esorcismo contro i pregiudizi educativi, un invito a prendere sul serio il proprio punto di vista, ma anche una riflessione sul senso profondo dell’operare collettivo: identificarsi in un mosaico sfaccettato, molteplice, caleidoscopico, non significa omologarsi, ma costruire relazioni con la comunità della quale si esprimono e si interpretano i valori.

    Ti va di mandarmi anche il tuo cielo, proprio quello che stai vedendo ora? Ti auguro una giornata meravigliosa dentro e fuori

  • Credo in una moltitudine di fantasmi

    Credo in una moltitudine di fantasmi

    Credo in una moltitudine
    di fantasmi – che sono i tuoi sguardi
    i tuoi gesti – ciò che decidi
    di affidarmi – da quando s’è fatto tardi.

    Credo in una solitudine
    di confidenze – destini avversi
    da risolvere su due piedi
    – con la mano comprimi i ricci e mi osservi.

    Toti Scialoja

  • Arezzo

    Arezzo

    That’s me in the spotlight
    Losing my religion
    Trying to keep up with you
    And I don’t know if I can do it
    Oh, no, I’ve said too much
    I haven’t said enough

    (REM)

  • PPP +++ 2 nov 1975

    PPP +++ 2 nov 1975

    Anzi, quel nuovo soffio di vento
    ti ricaccia indietro, dove
    ogni vento cade: e lì, tumore
    che si ricrea, ritrovi
    il vecchio crogiolo d’amore,
    il senso, lo spavento, la gioia.
    E proprio in quel sopore
    è la luce… in quella incoscienza
    d’infante, d’animale o ingenuo libertino
    è la purezza… i più eroici
    furori in quella fuga, il più divino
    sentimento in quel basso atto umano
    consumato nel sonno mattutino.

    [PPP, Il pianto della scavatrice V]